Adatto ai bambini

Dovevo andare a fare la solita escursione autunnale con la cuginanza, ma mi è venuta l’influenzina che gira (influenzina, non covid, l’ho scampata anche stavolta) e non siamo andati. Ma io leggevo la descrizione dell’itinerario ad anello che volevamo fare a Issime e dopo aver letto che era una piacevole passeggiata “adatta i bambini” leggo di catene, tratti aerei e “tenete per mano i bambini”.

Allora, cosa è o non è adatto ai bambini italiani – ma direi ai bambini in generale. Escludendo naturalmente quelli il cui sport nazionale è il lancio dei tronchi ecc. I bambini che conosco in giro per l’Europa in genere hanno genitori meno apprensivi; al lac di Lauzanier c’erano bambini e ragazzi anche piccoli (quelli più piccoli nello zaino apposito) che hanno camminato un bel po’, e qualcuno sembrava anche contento (ma le marmotte fanno felice ogni bambino dai sei ai novant’anni).

Certo, se in una guida scrivete “adatto ai bambini”, poi ci sono scale scalette e corde fisse, un qualche dubbio sulla correttezza della guida che sto leggendo mi viene, e questo vale per le “vecchie” guide cartacee, come per quelle online: non ce ne sono due uguali. Nelle mie vecchie guide di Chamonix, lo stesso itinerario Flegère, Lac Blanc, Lacs de Cheserys e ritorno a Flegère (che fa parte del Tour du Pays du Mont Blanc), è descritto in due modi diversi, classificato in modo diverso per difficoltà, e in nessun caso si menziona il fatto che ci sono due tratti attrezzati con corde e scalette, o almeno c’erano quando l’ho fatto io nel 2000, convalescente per la rottura di gomito e capitello radiale, così quando sono arrivata alla prima delle due scalette mi è venuto un’ accidente perché non sapevo se il mio gomito appena uscito da due mesi di fisioterapia tosta era in grado di reggermi.

Il top è stato il primo anno della nostra permanenza a San Martino di Castrozza. C’era anche mio marito, che camminava ancora volentieri, e decidemmo di fare un’escursione breve e classica, quella ai laghi di Colbricon da Passo Rolle descritta nell’unica guida disponibile allora come facile e con un sentiero percorribile anche dai passeggini. Bene, incontrammo una giovane coppia con bimbo piccolo e passeggino e il padre infuriato era pronto ad aspettare sotto casa l’autore della guida, che abitava a Belluno. Il sentiero era un insieme di massi sconnessi scomodissimo pure a piedi, peggio ancora per il papà che a un certo punto dovette sollevare il passeggino (negli anni Novanta non c’erano quegli aggeggi sportivi che si chiudono come un ombrello come ha adesso mia nipote) Arrivarono al rifugio e ai laghi abbastanza stremati. Di per sè non era una cosa difficile, ma la descrizione fornita non era neanche lontanamente paragonabile alla realtà.

Io ovviamente non ho pretese di fare da guida a nessuno, ma se scrivo adatto ai bambini è perché su un certo itinerario li ho incontrati (e sono sopravvissuti – magari mugugnando)

Il rifugio Elena in Val Ferret dove potete portarci pure le carrozzine dei bambini
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camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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