Due donne, una Giulietta per non parlar del cane . Il ritorno – I ❤️you Bormio

Lo so, questo suona come un tradimento, tanto più grave perché consumato dopo un matrimonio durato cinquant’anni, cinquantatré, per la precisione. In realtà mi sono innamorata dell’alta Valtellina lo scorso anno, da Tirano. Quest’anno il magico duo, sempre per il fatto che l’accettazione di Tobia è problematica, abbiamo fatto base direttamente a Bormio (l’idea era l’Alto Adige, ma tant’è). E Bormio mi è proprio tanto piaciuta

Ha tutto ciò che di bello si trova a Courmayeur, senza contare un centro storico ricco di monumenti ( io ad esempio adoro la chiesa di Sant’Ignazio, e la chiesetta della’ Sassella oltre torrente): negozi, ristoranti, intrattenimento tutta l’estate, una rete di sentieri e di piste che circondano la città che sono pedonali e ciclabili al tempo stesso, e non soltanto il sentiero Valtellina. Il panorama verdissimo che la circonda è quanto di più rilassante al momento riesca ad immaginare…

Ma, mi direte, e le montagne con la neve? Ci sono, ci sono, ma sono più nascoste, e si devono guadagnare: la valle dei Formi, di pressi di Santa Caterina Valfurva, con circolazione regolamentata a pedaggio ( era sette euro lo scorso anno, se non vado errata) ti porta davanti al trittico Ortles Cevedale Gran Zebrù e al ghiacciaio dei Forni il più vasto delle Alpi, e il più studiato, un vero laboratorio glaciologico che monitora la triste sorte dei nostri ghiacciai.

Per altro, dal passo del Foscagno tutto questo panorama c’è l’hai sotto mano.

Quello che mi piace particolarmente, è l’intergenerazionalità del luogo: niente disperato geriatrico stomp. Ci sono giovani e adolescenti, anziani con il girello, anziani molto più in forma di me come l’aitante signore con i capelli bianchi che ha fatto due volte il giro medio delle terme ( sentiero due), mentre noi stavamo a gingillarci alla fonte pliniana . Niente terme, ovvio, perché se no l’appendice a quattro zampe dove la mettiamo?

E poi, pulizia ordine ed eleganza: siamo nella Lombardia che lavora e paga ed è ricca, se senti qualcuno che discute con la moglie della mantecatura della lasagna fatta dallo chef, sai che dietro l’angolo è parcheggiata la Ferrari o il suvvone Porsche. Già visti tutti e due.

Bormio è quello che Courmayeur dovrebbe diventare. Non stiamo parlando di turismo di massa o mordi e fuggi, che passa e non consuma, ma di persone che si fermano, sia in estate sia in inverno. Fare sistema, specie intorno ad un evento. Delle Olimpiadi ” delle Alpi” la Lombardia ha ottenuto sinora la maggior visibilità, nel fragoroso silenzio di quella regione che di tutte le Alpi dovrebbe essere il simbolo. Si potrà dire che è la politica, ma se ricordate la faccenda Expo, a Palazzo Marino e in Regione c’erano partiti diversi e per la riuscita dell’evento hanno lavorato egualmente…

Informazioni su alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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