La giacca che ho provato giovedì è una Infurno Patagonia, che ho preso in saldo (il venditore non me l’ha tirata dietro, ma quasi), perché pare che Patagonia non voglia fare più le Infurno, le dismetta eccetera. Sembra la storia gemella dei miei scarponi SanMarco. Più lunga, forse, ma non potrei dire. Mi è arrivato per e-mail dal negozio Patagonia di Milano l’invito a partecipare ad un’occasione speciale in cui ci sarebbe stata una sorta di gara del cliente affezionato, ossia chi portava in negozio il capo più vecchio. Non ho potuto andarci, per impegni precedenti, e mi è spiaciuto, perché il mio capilene color senape, anno 1985, avrebbe fatto la sua sporca figura. E ancora me lo metto. Oddio, non ho nessun preconcetto a comperarmi dei pantaloni di pile da dieci auro da Decathlon, in questo periodo, poi … anche perché in casa la mia principessina adora il pile e spesso vado in giro con più pelo addosso di lei (ed è tutto suo, tra l’altro). Però…in un cassettone che ho dovuto svuotare causa demi trasloco – a proposito, credevo di aver finito e purtroppo mi sbagliavo, prima che il mio studio ritorni ad essere uno studio e non un deposito ci vorrà ancora un mucchio di lavoro – ho trovato i pantaloni da montagna di mio padre (in cui sto a malapena perché mio padre è sempre stato più magro di me), di lana, in perfette condizioni e senza una tarma – quelle maledette che si sono mangiate una volta un mio top di cashmere. Mio padre è morto l’anno prima che io comperassi quel pile color senape. I suoi pantaloni sono lì credo da prima che si sposasse (come il servizio Richard Ginori che è diventato il tormentone di questo periodo). Mi domando quanti oggetti ci saranno ancora di me tra cent’anni ( e ce ne saranno, quantomeno se lascerò i miei libri ad una biblioteca) – sì i libri tra cent’anni ci saranno ancora, è troppo scomodo leggere da un computer. Ennio, sursum corda . (questo va, per così dire, tra noi).
Archivi
La nuvola dei Tag
La nuvola della categorie
#postserio #sponsorizzato #viaggimentali allenamento alpinisti altro attualità camminare camminare in città cazzeggio cinema Courmayeur escursioni gatti giù dai monti via nel mondo inmontagnadognicosto Laghi mariti me media memoria meteo montagna neve Piemonte politica turismo Uncategorized Val d'Aosta viaggiMeta
-
Unisciti a 835 altri iscritti
Seguici
Il mio feed
creative commons
Instagram
#luce #light #meditazione #chanforan #vallivaldesiAnche il massif de l’Esterel ha la sua cima più alta, il suo Monte Bianco, per così dire. Solo che è alto 645 m, che però fa quattro cento metri di dislivello dalla partenza al Col du Testanier. La descrizione che abbiamo trovato su Internet era abbastanza fedele: basta ricordare che se si sale da Frejus il parcheggio sarà alla vostra destra, altrimenti occorre attraversare la D7 facendo attenzione a non farsi arrotare- noi essendo andate in bassa stagione e in un giorno feriale abbiamo trovato poco traffico e i parcheggi abbastanza liberi, ma di gente c’è n’era perché sale comodamente, prima per una pista che porta alla casa forestale di Malpey e da lì prima si prosegue per la pista e poi si taglia sul sentiero seguendo le indicazioni sempre presenti e avendo davanti le due torri, una di avvistamento e una per le comunicazioni, che sono visibili da lontano un po’ in tutta il parco....#goldenhourDove sono stata e perché, ossia dell’utilità indiretta delle bullet list...#esterel #cornichedor #france #frenchriviera #relax #holiday#gorgesduloup #sunday #sundayvibes #hiking #frenchriviera #friends #friendshipFollow me su Feedspot